back QUINTO MISTERO DOLOROSO

LA CROCIFISSIONE E MORTE DI GESÙ

Crocifisso fra due malfattori. - Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».

Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Gesù e sua madre. - Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Gesù muore. - Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.

Il colpo di lancia e la sepoltura. - Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. (Lc 23,33-43; Gv 19,25-34.38-42)

Riflessione

«A chi, nella tua angoscia, ti paragonerò, o Vergine? Grande come il mare è la tua ambascia e nessuno ti può consolare!» (Lam 2,13).

Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa. Sul Calvario, ai piedi della croce accanto alla Vittima divina, sta Maria, la Regina dei martiri. Il suo Cuore, come il suo amore, è crocifisso. «Come Adamo ed Eva - rivelò la SS. Vergine a santa Brigida - hanno venduto il mondo, per un frutto, così il mio diletto Figlio ha voluto che io cooperassi con Lui, a riscattarlo, quasi con un sol cuore». Infatti, dice S. Bernardo: «Maria è martire, per l'immenso strazio del cuore».

«O Voi, che passate, fermatevi e considerate se vi è un dolore simile al mio dolore!» (Lam 1,12). Pensiamo che Maria è la Madre di Gesù e come tale vive nel suo cuore i dolori che straziano il corpo santissimo del Figlio. I chiodi che trafiggono i polsi e i piedi spezzando i tendini e mettendo a nudo i nervi, le membra piagate e contorte, le ossa slogate, la febbre ardente che gli inaridisce le fauci, la lancia che gli spezza il costato, l'onta degli scherni e della maledizione di tutti, l'abbandono del Padre, tutto ella prova. Maria è crocifissa con Gesù. Nessun dolore più amaro, perché nessun Figlio più caro del suo.

Maria è però anche madre nostra. È proprio sul Calvario che ella si sente proclamata solennemente madre di tutti, madre di quei medesimi peccatori che fanno strazio del suo Figliuolo, di tanti, ingrati, che nonostante il suo amore materno continueranno a offendere Iddio ed a costruirsi con le loro stesse mani l'irreparabile rovina. Quale cambio doloroso per Lei: invece di Gesù, dei poveri uomini saranno i suoi figli. Davanti al novello Adamo che dà la nuova vita all'umanità, Maria sente di essere la novella Eva, madre dei nuovi viventi, e nel dolore accetta di divenire la nostra madre!

Davanti a Gesù in croce e alla Madre dei dolori chi oserà chiedere a Dio: perché io debbo soffrire? perché il dolore sulla terra? Ogni calvario è redentore; ogni sofferenza purifica ed eleva. Soffriamo per la salvezza nostra e per la salvezza altrui. Perdoniamoci di cuore se vogliamo che Dio perdoni noi. Non turbiamoci se molti abbandonano Gesù e ripetiamogli, con entusiasmo: noi ti saremo sempre fedeli.

Nelle pene che intrecciano la nostra vita non dimentichiamo di avere una Madre che ci ama, ci compatisce, ci perdona e ci protegge.