back SECONDO MISTERO DOLOROSO

LA FLAGELLAZIONE

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!». Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». (Gv 19,1-6)

Riflessione

Maria seppe che Gesù veniva flagellato e nel suo Cuore si ripercossero ad uno ad uno i colpi che straziavano le carni innocenti e tenerissime di Gesù.

Maria soffre per l'impotenza in cui si trova di impedire il tormento di Gesù. Vorrebbe slanciarsi ed arrestare quelle sferze micidiali; ma tace, ed offre a Dio la sua stessa impotenza, per la salvezza degli uomini.

Maria soffre per la violenza inaudita di quello strazio inumano. Ogni spruzzo di quel sangue, ogni brandello di quelle carni, sangue e carni di Lei, sono una fitta lancinante nel suo petto. Ma, divinamente illuminata, comprende che quel sangue purissimo, quelle carni immacolate devono espiare le tante impurità dei sensi e della vita, le molte sozzure della corruzione umana. Ed anch'Ella offre quel suo Cuore immacolato che Gesù aveva riscattato con gelosa tenerezza prima di qualunque colpa, unendo la sua espiazione a quella del suo divin Figlio.

Maria soffre per la durata di quel barbaro supplizio prolungato fino alla esasperazione, con diabolico furore. Il suo Cuore si frange a tanta crudeltà. Ed offre a Dio tanto strazio, ripetendo il suo incondizionato: Fiat!

Noi, forse, non abbiamo armato la mano dei carnefici, non abbiamo forse solcate le spalle di Gesù con i nostri flagelli? Fuggiamo le impurità, le lusinghe dei sensi. «I peccati che portano più anime all'Inferno sono i peccati impuri. Verranno certe mode che offenderanno molto Nostro Signore!» esclamava Giacinta sul letto di morte. Accettiamo cordialmente le sofferenze che ci manda il Signore; spesso sono castighi che Egli ci infligge per la marea di peccati che sale dalla terra. Rinnoviamo i nostri propositi di mortificazione e di riparazione. I dolori, i rovesci, le infermità, per quanto insistenti e duraturi non ci prostreranno, se li sopporteremo uniti a Gesù e a Maria. Dal Cuore addolorato di Maria attingeremo forza e coraggio e grazia di vivere nella purezza dell'anima e del corpo.