back TERZO MISTERO DOLOROSO

LA CORONAZIONE DI SPINE

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E, sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. (Mt 27,27-30)

Riflessione

«Durante la Passione - dice S. Lorenzo Giustiniani - il Cuore di Maria divenne come lo specchio fedele dei dolori del Figlio e l'immagine perfetta della sua morte». Le spine che laceravano il capo di Gesù martoriavano, con fitte lancinanti, il tenerissimo Cuore di Lei.

Maria prova tutta l'umiliazione che viene inflitta a Gesù, trattato come re da burla, rivestito come un folle. Lui, che è la Luce increata e la Sapienza eterna, il cui regno dura nei secoli. Quale indegna commedia! Su di Lui ghignano oscenamente quelle ignobili creature, e Gesù tace. Il Cuore di Maria comprende bene il silenzio dell'Uomo spezzato dai dolori. È la espiazione di quell'orgoglio che ha travolto il mondo con il primo peccato; e Lei, partecipandovi generosamente, ripete col Salmista: Non sprezzare, o Dio, un cuore affranto ed umiliato! (Sal 50,19).

Maria sente tutto l'orrore di quel supplizio escogitato con diabolica perfidia. Ode l'urlo della folla eccitata, che non vuole suo re il Cristo, che ne chiede, a gran voce, la morte. Eccolo Gesù sfigurato e penante. Ecce homo! Quale contrasto! Pochi giorni prima acclamato tra benedizioni ed osanna, ora rinnegato, reietto, invocato a morte. Tutti l'hanno abbandonato, tutti. Persino gli apostoli sono fuggiti. Solo il Cuore intrepido della Madre è accanto a Lui.

Consideriamo: nella corona che tortura il capo di Gesù, non c'è forse la nostra spina? E nel Cuore di Maria, non c'è forse la nostra spada? Spine e spada sono la superbia, l'orgoglio della nostra vita. Ripariamo, umiliandoci dal profondo del cuore. Ripetiamo con san Bernardo: «Mi vergogno d'esser così delicato, quando il capo di Gesù è coronato di spine». Disprezziamo la superbia, fuggiamo la vanità. Diciamo alla Vergine che non vogliamo nutrire pensieri di orgoglio, quando vediamo il Signore del mondo schiacciato come un verme sotto il peso dell'umiliazione.