CAPITOLO V

MOTIVI CHE RENDONO QUESTA DEVOZIONE RACCOMANDABILE

134. Dobbiamo ora vedere, il più brevemente possibile, i motivi che rendono questa devozione raccomandabile, gli effetti meravigliosi che produce nelle anime fedeli e le pratiche di questa devozione.

Primo motivo

135. Primo motivo, che ci mostra l'eccellenza di questa consacrazione di se stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria.

Se non si può concepire sulla terra impiego più elevato del servizio di Dio; se il più piccolo servo di Dio è più ricco, più potente e più nobile di tutti i re e gli imperatori della terra, se non sono servi di Dio, quali non saranno le ricchezze, la potenza e la dignità del fedele e perfetto servo di Dio, che si consacra al suo servizio interamente, senza riserve e quanto possibile! Tale è un fedele e amoroso schiavo di Gesù in Maria, che si è consacrato interamente al servizio di questo Re dei re, per le mani della sua santa Madre, e che non ha riservato niente per se stesso: tutto l'oro della terra e le bellezze dei cieli non possono pagarlo.

136. Le altre congregazioni, associazioni e confraternite erette in onore di Nostro Signore e della sua santa Madre, che fanno così tanto bene nel cristianesimo, non fanno donare tutto senza riserve; non prescrivono ai loro associati che certe pratiche e azioni per soddisfare ai loro obblighi; li lasciano liberi per tutte le altre azioni e gli altri tempi della loro vita. Ma questa devozione fa donare senza riserve a Gesù e a Maria tutti i propri pensieri, parole, azioni e sofferenze, e tutti i momenti della propria vita; di modo che, sia che si vegli o che si dorma, sia che si beva o che si mangi, sia che si facciano le azioni più grandi, sia che si facciano le più piccole, si può sempre dire che ciò che si fa, sebbene non ci si pensi, appartiene a Gesù e a Maria in virtù della propria offerta, a meno che non si sia espressamente ritrattata. Quale consolazione!

137. Inoltre, come ho già detto, non vi è altra pratica che questa con la quale ci si disfi facilmente di un certo amor proprio, che si insinua impercettibilmente nelle migliori azioni; e il nostro buon Gesù dà questa grande grazia in ricompensa dell'azione eroica e disinteressata compiuta cedendogli, per le mani della sua santa Madre, tutto il valore delle proprie buone opere. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che, per suo amore, lasciano i beni esteriori, temporali e caduchi, quale sarà il centuplo che darà a colui che gli sacrificherà anche i propri beni interiori e spirituali!

138. Gesù, nostro grande amico, si è dato a noi senza riserve, corpo e anima, virtù, grazie e meriti: «Mi ha conquistato interamente dandosi interamente a me», dice san Bernardo; non è forse giustizia e riconoscenza che gli diamo tutto ciò che gli possiamo dare? Egli per primo è stato generoso verso di noi; siamolo per secondi, e lo sperimenteremo durante la nostra vita, alla nostra morte e per tutta l'eternità, ancora più generoso: «Cum liberali liberalis erit».

Secondo motivo

139. Secondo motivo, che ci mostra che è giusto in se stesso e vantaggioso per il cristiano consacrarsi interamente alla santissima Vergine con questa pratica, per esserlo più perfettamente a Gesù Cristo.

Questo buon Maestro non disdegnò di rinchiudersi nel seno della santa Vergine come un prigioniero e uno schiavo d'amore, e di esserle sottomesso e obbediente per trent'anni. Qui, lo ripeto, lo spirito umano si perde, quando riflette seriamente su questa condotta della Sapienza incarnata, la quale non volle, benché potesse farlo, darsi direttamente agli uomini, ma per mezzo della santissima Vergine; non volle venire al mondo all'età di uomo perfetto, indipendente dagli altri, ma come un povero e piccolo fanciullo, dipendente dalle cure e dal sostentamento della sua santa Madre. Questa Sapienza infinita, che aveva un desiderio immenso di glorificare Dio suo Padre e di salvare gli uomini, non trovò mezzo più perfetto e più breve per farlo che sottomettersi in tutto alla santissima Vergine, non solo durante i primi otto, dieci o quindici anni della sua vita, come gli altri bambini, ma per trent'anni; e diede più gloria a Dio suo Padre, durante tutto questo tempo di sottomissione e di dipendenza dalla santissima Vergine, di quanta gliene avrebbe data impiegando questi trent'anni a fare miracoli, a predicare per tutta la terra, a convertire tutti gli uomini; altrimenti l'avrebbe fatto. Oh! quanto si glorifica altamente Dio sottomettendosi a Maria, sull'esempio di Gesù!

Avendo davanti agli occhi un esempio così evidente e così conosciuto da tutti, saremo così insensati da credere di trovare un mezzo più perfetto e più breve per glorificare Dio di quello di sottomettersi a Maria, sull'esempio di suo Figlio?

140. Si ricordi, come prova della dipendenza che dobbiamo avere dalla santissima Vergine, quanto ho detto sopra, riportando gli esempi che ci danno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, nella dipendenza che dobbiamo avere dalla santissima Vergine. Il Padre diede e dà suo Figlio solo per mezzo di lei, ha dei figli solo per mezzo di lei, e comunica le sue grazie solo per mezzo di lei; Dio Figlio fu formato per tutti in generale solo per mezzo di lei, è formato e generato tutti i giorni solo per mezzo di lei in unione con lo Spirito Santo, e comunica i suoi meriti e le sue virtù solo per mezzo di lei; lo Spirito Santo formò Gesù Cristo solo per mezzo di lei, forma i membri del suo Corpo mistico solo per mezzo di lei, e dispensa i suoi doni e favori solo per mezzo di lei. Dopo tanti e così pressanti esempi della Santissima Trinità, potremo, senza un estremo accecamento, fare a meno di Maria, e non consacrarci a lei e dipendere da lei per andare a Dio e per sacrificarci a Dio?

141. Ecco alcuni passi latini dei Padri, che ho scelto per provare quanto ho detto:

«Duo filii Mariae sunt, homo Deus et homo purus; unius corporaliter; et alterius spiritualiter mater est Maria» (san Bonaventura e Origene).

«Haec est voluntas Dei, qui totum nos voluit habere per Mariam; ac proinde, si quid spei, si quid gratiae, si quid salutis ab ea noverimus redundare» (san Bernardo).

«Omnia dona, virtutes et gratiae ipsius Spiritus Sancti, quibus vult, quando vult, quomodo vult et quantum vult per ipsius manus administrantur» (san Bernardino).

«Qui indignus eras cui daretur, datum est Mariae, ut per eam acciperes quidquid haberes» (san Bernardo).

142. Dio, vedendo che siamo indegni di ricevere le sue grazie direttamente dalla sua mano, dice San Bernardo, le dà a Maria, affinché noi riceviamo per mezzo di lei tutto ciò che vuole donarci: e trova anche la sua gloria nel ricevere per le mani di Maria la riconoscenza, il rispetto e l'amore che gli dobbiamo per i suoi benefici. È dunque giustissimo che imitiamo questa condotta di Dio, affinché, dice lo stesso san Bernardo, «la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per cui è venuta».

È ciò che si fa con la nostra devozione: si offre e si consacra tutto ciò che si è e tutto ciò che si possiede alla santissima Vergine, affinché Nostro Signore riceva per suo mezzo la gloria e la riconoscenza che gli si deve. Ci si riconosce indegni e incapaci di avvicinarsi alla sua Maestà infinita da se stessi: perciò ci si serve dell'intercessione della santissima Vergine.

143. Inoltre, è una pratica di grande umiltà, che Dio ama al di sopra delle altre virtù. Un'anima che si innalza abbassa Dio, un'anima che si umilia innalza Dio. Dio resiste ai superbi e dà la sua grazia agli umili: se ti abbassi, stimandoti indegno di comparire davanti a lui e di avvicinarti a lui, egli discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te, e per innalzarti tuo malgrado; ma al contrario, quando ci si avvicina audacemente a Dio, senza mediatore, Dio fugge, non lo si può raggiungere. Oh! quanto ama l'umiltà del cuore! È a questa umiltà che impegna questa pratica di devozione, poiché insegna a non avvicinarsi mai da se stessi a Nostro Signore, per quanto dolce e misericordioso egli sia, ma a servirsi sempre dell'intercessione della santa Vergine, sia per comparire davanti a Dio, sia per parlargli, sia per avvicinarlo, sia per offrirgli qualcosa, sia per unirsi e consacrarsi a lui.

Terzo motivo

144. Terzo motivo. La santissima Vergine, che è una madre di dolcezza e di misericordia, e che non si lascia mai vincere in amore e in generosità, vedendo che ci si dona interamente a lei per onorarla e servirla, spogliandosi di ciò che si ha di più caro per ornarla, si dona anche lei interamente e in modo ineffabile a colui che le dona tutto. Ella lo fa inabissare nell'abisso delle sue grazie; lo orna con i suoi meriti; lo sostiene con la sua potenza; lo illumina con la sua luce; lo infiamma con il suo amore; gli comunica le sue virtù: la sua umiltà, la sua fede, la sua purezza, ecc.; si rende suo garante, suo supplemento e suo tutto presso Gesù. Infine, come questa persona consacrata è tutta di Maria, anche Maria è tutta sua; di modo che si può dire di questo perfetto servo e figlio di Maria ciò che san Giovanni Evangelista dice di se stesso, che egli prese la santissima Vergine come ogni suo bene: «Il discepolo la prese tra i suoi beni» (Gv 19,27).

145. Questo produce nella sua anima, s'egli è fedele, una grande diffidenza, disprezzo e odio di se stesso, e una grande fiducia e un grande abbandono alla santa Vergine, sua buona padrona. Egli non fa più affidamento, come prima, sulle proprie disposizioni, intenzioni, meriti, virtù e buone opere, perché, avendone fatto un sacrificio completo a Gesù Cristo per mezzo di questa buona Madre, non ha più che un tesoro dove sono tutti i suoi beni, e che non è più presso di lui, e questo tesoro è Maria.

Questo lo fa avvicinare a Nostro Signore senza timore servile o scrupoloso, e pregare con molta fiducia; lo fa entrare nei sentimenti del devoto e dotto abate Ruperto, il quale, alludendo alla vittoria riportata da Giacobbe su un angelo, rivolge alla santissima Vergine queste belle parole: «O Maria, mia Principessa e Madre immacolata di un Dio-Uomo, Gesù Cristo, io desidero lottare con quest'Uomo, cioè il Verbo divino, armato non dei miei meriti, ma dei tuoi».

Oh! quanto si è potenti e forti presso Gesù Cristo quando si è armati dei meriti e dell'intercessione di una degna Madre di Dio, che, come dice sant'Agostino, ha amorosamente vinto l'Onnipotente!

146. Siccome con questa pratica si danno a Nostro Signore, per le mani della sua santa Madre, tutte le proprie buone opere, questa buona Padrona le purifica, le abbellisce e le fa accettare da suo Figlio.

1) Le purifica da tutta la sporcizia dell'amor proprio e dell'attaccamento impercettibile alle creature che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni. Dal momento che sono tra le sue mani purissime e feconde, queste stesse mani, che non sono mai state sterili né oziose, e che purificano tutto ciò che toccano, tolgono dal dono che si fa tutto ciò che può esservi di guasto o imperfetto.

147. 2) Le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù. È come se un contadino, volendo guadagnarsi l'amicizia e la benevolenza del re, andasse dalla regina e le offrisse una mela, che è tutta la sua rendita, per offrirla al re. La regina, avendo accettato il povero piccolo dono del contadino, metterebbe questa mela nel centro di un grande e bel vassoio d'oro, e la offrirebbe così al re da parte del contadino; allora la mela, sebbene indegna in se stessa di essere offerta a un re, diventerebbe un dono degno della sua Maestà, in considerazione del vassoio d'oro su cui si trova e della persona che la offre.

148. 3) Presenta queste buone opere a Gesù Cristo; poiché ella non tiene nulla per sé di ciò che le si offre, rimette tutto fedelmente a Gesù Cristo. Se si dona a lei, si dona necessariamente a Gesù; se la si loda e la si glorifica, subito ella loda e glorifica Gesù. Ora, come un tempo quando santa Elisabetta la lodò, ella canta, quando la si loda e la si benedice: «Magnificat anima mea Dominum» (Lc 1,46).

149. 4) Fa accettare da Gesù queste buone opere, per quanto piccolo e povero sia il dono per questo Santo dei santi e questo Re dei re. Quando si offre qualcosa a Gesù, da se stessi e contando sulla propria capacità e disposizione, Gesù esamina il dono e spesso lo rifiuta perché macchiato di amor proprio; come un tempo rifiutò i sacrifici degli Ebrei pieni della loro propria volontà. Ma quando gli si offre qualcosa per le mani pure e verginali della sua diletta, lo si prende per il suo lato debole, se mi è permesso usare questa espressione: egli non considera tanto la cosa che gli si offre quanto la sua buona Madre che la offre; non guarda tanto da dove viene il dono quanto colei per mezzo della quale viene. Così Maria, che non è mai respinta ed è sempre bene accolta da suo Figlio, fa ricevere volentieri dalla sua Maestà tutto ciò che gli offre, piccolo o grande; basta che Maria lo offra perché Gesù lo riceva e lo gradisca. È il grande consiglio che dava san Bernardo a coloro che guidava alla perfezione: «Quando vuoi offrire qualcosa a Dio, abbi cura di offrirlo per le mani graditissime e degnissime di Maria, se non vuoi ricevere un rifiuto».

150. Non è questo che la natura stessa ispira ai piccoli nei confronti dei grandi, come abbiamo visto? Perché la grazia non dovrebbe portarci a fare la stessa cosa nei confronti di Dio, il quale è infinitamente elevato al di sopra di noi, e davanti al quale siamo meno che atomi; avendo del resto un'avvocata così potente che non è mai respinta; così ingegnosa che conosce tutti i segreti per conquistare il cuore di Dio; così buona e caritatevole che non respinge nessuno per quanto piccolo e cattivo sia?

Riporterò in seguito la figura vera delle verità che dico, nella storia di Giacobbe e Rebecca.

Quarto motivo

151. Quarto motivo. Questa devozione fedelmente praticata è un mezzo eccellente per fare in modo che il valore di tutte le nostre buone opere sia impiegato per la maggior gloria di Dio. Quasi nessuno agisce per questo nobile fine, benché vi sia obbligato, sia perché non si conosce dov'è la maggior gloria di Dio, sia perché non la si vuole. Ma conoscendo la santissima Vergine, alla quale si cede il valore e il merito delle proprie buone opere, perfettissimamente dov'è la maggior gloria di Dio e non facendo nulla se non per la maggior gloria di Dio, un perfetto servo di questa buona Padrona, che si è consacrato interamente a lei, come abbiamo detto, può dire audacemente che il valore di tutte le sue azioni, pensieri e parole, è impiegato per la maggior gloria di Dio, a meno che non revochi espressamente la sua offerta. Si può trovare niente di più consolante per un'anima che ama Dio con un amore puro e disinteressato, e che ha più a cuore la gloria di Dio e i suoi interessi che i propri?

Quinto motivo

152. Quinto motivo. Questa devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per arrivare all'unione con Nostro Signore, nella quale consiste la perfezione del cristiano.

1) È una via facile; è una via che Gesù Cristo ha aperto venendo a noi, e sulla quale non c'è nessun ostacolo per giungere a lui. Si può, in verità, giungere all'unione divina per altre vie; ma ciò avverrà con molte più croci, strane morti e con molte più difficoltà, che vinceremo difficilmente. Bisognerà passare per notti oscure, per combattimenti e strane agonie, su montagne ripide, su spine pungentissime e per deserti spaventosi. Mentre per la via di Maria si cammina più dolcemente e più tranquillamente.

Vi si trovano, in verità, grandi combattimenti da sostenere e grandi difficoltà da vincere; ma questa buona Madre e Padrona si rende così vicina e così presente ai suoi servi fedeli, per illuminarli nelle loro tenebre, rischiararli nei loro dubbi, rinfrancarli nei loro timori, sostenerli nei loro combattimenti e nelle loro difficoltà, che in verità questa via verginale per trovare Gesù Cristo è una via di rose e miele rispetto alle altre vie. Vi sono stati alcuni santi, ma in piccolo numero, come sant'Efrem, san Giovanni Damasceno, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, san Francesco di Sales, ecc., che sono passati per questa via dolce per andare a Gesù Cristo, perché lo Spirito Santo, Sposo fedele di Maria, l'ha mostrata loro per una grazia singolare; ma gli altri santi, che sono il maggior numero, sebbene tutti abbiano avuto devozione per la santissima Vergine, non sono tuttavia entrati, o pochissimo, in questa via. Per questo sono passati attraverso prove più dure e più pericolose.

153. Come mai dunque, mi dirà qualche fedele servo di Maria, i servi fedeli di questa buona Madre hanno tante occasioni di soffrire, e più degli altri che non le sono così devoti? Li si contraddice, li si perseguita, li si calunnia, non li si può soffrire; oppure camminano nelle tenebre interiori e per deserti dove non c'è la minima goccia di rugiada del cielo. Se questa devozione alla santa Vergine rende la via per trovare Gesù Cristo più facile, come mai sono i più crocifissi?

154. Rispondo che è vero che i più fedeli servi della santa Vergine, essendo i suoi più grandi favoriti, ricevono da lei le più grandi grazie e favori del cielo, che sono le croci; ma sostengo anche che sono questi servi di Maria che portano queste croci con più facilità, merito e gloria; e che ciò che arresterebbe mille volte un altro o lo farebbe cadere, non li arresta una volta e li fa avanzare, perché questa buona Madre, tutta piena di grazia e dell'unzione dello Spirito Santo, candisce tutte queste croci che prepara loro nello zucchero della sua dolcezza materna e nell'unzione del puro amore: di modo che le inghiottono gioiosamente come noci candite, sebbene siano di per sé amarissime. E credo che una persona che vuole essere devota e vivere devotamente in Gesù Cristo, e di conseguenza soffrire persecuzioni e portare ogni giorno la sua croce, non porterà mai grandi croci, o non le porterà gioiosamente né fino alla fine senza una tenera devozione alla santa Vergine, che è la confettura delle croci: allo stesso modo che una persona non può mangiare senza una grande violenza, che non sarà duratura, noci acerbe non candite nello zucchero.

155. 2) Questa devozione alla santissima Vergine è una via breve per trovare Gesù Cristo, sia perché non ci si smarrisce, sia perché, come ho appena detto, vi si cammina con più gioia e facilità e, di conseguenza, con più speditezza. Si progredisce di più in poco tempo di sottomissione e di dipendenza da Maria, che in anni interi di volontà propria e di appoggio su se stessi; perché un uomo obbediente e sottomesso alla divina Maria riporterà grandi vittorie su tutti i suoi nemici. Vorranno impedirgli di camminare, o farlo indietreggiare, o farlo cadere, è vero; ma con l'appoggio, l'aiuto e la guida di Maria, senza cadere, senza indietreggiare e anche senza rallentare, avanzerà a passi da gigante verso Gesù Cristo, per la stessa via per la quale è scritto che Gesù è venuto verso di noi a passi da gigante e in poco tempo.

156. Perché pensate che Gesù Cristo sia vissuto così poco sulla terra e che nei pochi anni vissuti abbia passato quasi tutta la sua vita nella sottomissione e nell'obbedienza a sua Madre? Ah! è che «divenuto in breve perfetto è vissuto a lungo» (Sap 4,13) e più a lungo di Adamo, di cui era venuto a riparare i danni, sebbene sia vissuto più di novecento anni; e Gesù Cristo è vissuto a lungo, perché è vissuto molto sottomesso e molto unito alla sua santa Madre per obbedire a Dio suo Padre; perché: 1) «Chi onora la madre è come chi accumula tesori» (Sir 3,4), dice lo Spirito Santo, cioè chi onora Maria sua Madre fino a sottomettersi a lei e obbedirle in tutto, diventerà presto molto ricco, perché accumula ogni giorno tesori mediante il segreto di questa pietra filosofale; 2) perché, secondo una interpretazione spirituale di queste parole dello Spirito Santo: «La mia vecchiaia si trova nella misericordia del seno» (Sal 92,11), è nel seno di Maria, che ha circondato e generato un uomo perfetto e che ha potuto contenere Colui che l'universo non può contenere, è nel seno di Maria, dico, che i giovani diventano vecchi in luce, in santità, in esperienza e in saggezza, e che si giunge in pochi anni fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.

157. 3) Questa pratica di devozione alla santissima Vergine è una via perfetta per andare e per unirsi a Gesù Cristo, perché la divina Maria è la più perfetta e la più santa delle creature, e perché Gesù Cristo, che è venuto a noi perfettamente, non ha preso altra strada per il suo grande e mirabile viaggio. L'Altissimo, l'Incomprensibile, l'Inaccessibile, Colui che è, ha voluto venire a noi, piccoli lombrichi, che non siamo nulla. Come è avvenuto?

L'Altissimo è disceso perfettamente e divinamente per mezzo dell'umile Maria fino a noi, senza perdere nulla della sua divinità e santità; ed è per mezzo di Maria che i piccolissimi devono salire perfettamente e divinamente all'Altissimo senza temere nulla.

L'Incomprensibile si è lasciato comprendere e contenere perfettamente dalla piccola Maria, senza perdere nulla della sua immensità; ugualmente noi dobbiamo lasciarci contenere e guidare perfettamente dalla piccola Maria senza alcuna riserva.

L'Inaccessibile si è avvicinato, si è unito strettamente, perfettamente e anche personalmente alla nostra umanità per mezzo di Maria, senza nulla perdere della sua Maestà; ugualmente noi dobbiamo avvicinarci a Dio e unirci perfettamente e strettamente alla sua Maestà per mezzo di Maria, senza temere di essere respinti.

Infine, Colui che è ha voluto venire a ciò che non è, e fare che ciò che non è divenisse Dio o Colui che è; l'ha fatto perfettamente donandosi e sottomettendosi interamente alla giovane Vergine Maria, senza cessare di essere nel tempo Colui che è da tutta l'eternità: allo stesso modo è per mezzo di Maria che, sebbene non siamo nulla, noi possiamo divenire simili a Dio mediante la grazia e la gloria, donandoci a lei così perfettamente e interamente da non essere nulla in noi stessi e tutto in lei, senza temere di ingannarci.

158. Mi si tracciasse una via nuova per andare a Gesù Cristo, e questa via fosse lastricata di tutti i meriti dei beati, ornata di tutte le loro virtù eroiche, illuminata e abbellita di tutte le luci e le bellezze degli angeli, e vi fossero tutti gli angeli e i santi per guidare, difendere e sostenere quelli che vi vogliono camminare; in verità, in verità, io dico audacemente, e dico la verità, che prenderei preferendola a questa via, pur così perfetta, la via immacolata di Maria, via senza alcuna macchia né sporcizia, senza peccato originale né attuale, senza ombre né tenebre; e se il mio amabile Gesù, nella sua gloria, verrà una seconda volta sulla terra (come è certo) per regnarvi, non sceglierà altra via per venire che la divina Maria, per mezzo della quale è venuto così sicuramente e perfettamente la prima volta. La differenza che ci sarà tra la prima e l'ultima venuta è che la prima è stata segreta e nascosta, la seconda sarà gloriosa e sfolgorante; ma tutte e due perfette, perché tutte e due saranno per mezzo di Maria. Ahimè! ecco un mistero che non si comprende: «Hic taceat omnis lingua».

159. 4) Questa devozione alla santissima Vergine è una via sicura per andare a Gesù Cristo e raggiungere la perfezione unendoci a lui:

1) Perché questa pratica che insegno non è nuova; è così antica che, come dice il Boudon, morto da poco in odore di santità, in un libro scritto su questa devozione, non se ne possono fissare con precisione gli inizi; è certo tuttavia che da più di settecento anni se ne trovano tracce nella Chiesa.

Sant'Odilone, abate di Cluny, che visse intorno all'anno 1040, fu uno dei primi a praticarla pubblicamente in Francia, come è indicato nella sua vita.

San Pier Damiani riporta che, l'anno 1076, il beato Marino, suo fratello, si fece schiavo della santissima Vergine, in presenza del suo direttore, in modo molto edificante: si mise la corda al collo, si diede la disciplina e mise sull'altare una somma di denaro come segno della sua consacrazione alla santa Vergine, cosa che continuò così fedelmente per tutta la sua vita che meritò alla sua morte di essere visitato e consolato dalla sua buona Padrona, e di ricevere dalla sua bocca la promessa del paradiso come ricompensa dei suoi servizi.

Cesare Bollando fa menzione di un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, parente stretto dei duchi di Lovanio, che, intorno all'anno 1300, fece questa consacrazione di se stesso alla santa Vergine.

Questa devozione è stata praticata da parecchi in privato fino al XVII secolo, quando diventò pubblica.

160. San Simón de Rojas, dell'Ordine della Trinità, detto della redenzione degli schiavi, predicatore del re Filippo III, divulgò questa devozione in tutta la Spagna e la Germania; e ottenne, su istanza di Filippo III, da Gregorio XV, grandi indulgenze per quelli che l'avrebbero praticata.

Il padre de los Rios, dell'Ordine di sant'Agostino, si adoperò con il suo intimo amico san Simón de Rojas a diffondere questa devozione con la predicazione e con gli scritti in Spagna e in Germania; compose un grosso volume intitolato: Hierarchia Mariana, nel quale tratta con grande pietà e altrettanta erudizione dell'antichità, dell'eccellenza e della solidità di questa devozione.

I Padri Teatini, nel secolo scorso, stabilirono questa devozione in Italia.

161. Il padre Stanislao Falacio, della Compagnia di Gesù, promosse meravigliosamente questa devozione in Polonia.

Il padre de los Rios, nel libro citato, riporta i nomi dei principi, principesse, vescovi e cardinali di differenti regni che hanno abbracciato questa devozione.

Il padre Cornelio a Lapide, così raccomandabile per la sua pietà quanto per la sua profonda scienza, avendo ricevuto l'incarico da diversi vescovi e teologi di esaminare questa devozione, dopo averla esaminata ponderatamente, ne fece elogi degni della sua pietà, e parecchi altri grandi personaggi seguirono il suo esempio.

I Padri Gesuiti, sempre zelanti nel servizio della santissima Vergine, presentarono a nome dei congregazionisti di Colonia un piccolo trattato su questa devozione al duca Ferdinando di Baviera, allora arcivescovo di Colonia, il quale lo approvò e diede il permesso di stamparlo, esortando tutti i parroci e i religiosi della sua diocesi a promuovere il più possibile questa solida devozione.

162. Il cardinale de Bérulle, la cui memoria è in benedizione in tutta la Francia, fu uno dei più zelanti nel diffondere in Francia questa devozione, nonostante tutte le calunnie e le persecuzioni che gli mossero i critici e i libertini. Lo accusarono di novità e di superstizione; scrissero e pubblicarono contro di lui un libello diffamatorio e si servirono, o meglio il demonio per mezzo loro, di mille astuzie per impedirgli di diffondere questa devozione in Francia. Ma questo grande e santo uomo rispose alle loro calunnie con la pazienza, e alle loro obiezioni contenute nel libello con un piccolo scritto in cui le confuta con forza, dimostrando che questa devozione si fonda sull'esempio di Gesù Cristo, sugli obblighi che abbiamo verso di lui, e sui voti che abbiamo fatto nel santo battesimo; ed è particolarmente con quest'ultima ragione che chiude la bocca ai suoi avversari, facendo loro vedere che questa consacrazione alla santissima Vergine, e a Gesù Cristo per le mani di lei, non è altro che una perfetta rinnovazione dei voti o promesse del battesimo. Disse molte belle cose su questa pratica, che si possono leggere nelle sue opere.

163. Si possono leggere nel libro del Boudon i diversi papi che hanno approvato questa devozione, i teologi che l'hanno esaminata, e le persecuzioni che ha avuto e vinto, e le migliaia di persone che l'hanno abbracciata, senza che mai nessun papa l'abbia condannata; e non lo si potrebbe fare senza rovesciare i fondamenti del cristianesimo.

È dunque certo che questa devozione non è nuova, e che se non è comune, è perché è troppo preziosa per essere gustata e praticata da tutti.

164. 2) Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo, perché è proprio della santa Vergine condurci sicuramente a Gesù Cristo, come è proprio di Gesù Cristo condurci sicuramente all'eterno Padre. E gli spirituali non credano falsamente che Maria sia loro di impedimento per giungere all'unione divina. Perché, è mai possibile che colei che ha trovato grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, sia di impedimento a un'anima per trovare la grande grazia dell'unione con lui? È mai possibile che colei che è stata tutta piena e sovrabbondante di grazie, così unita e trasformata in Dio da divenirne la madre, impedisca a un'anima di unirsi perfettamente a Dio.

È vero che la vista delle altre creature, anche sante, può forse, in certi momenti, ritardare l'unione divina; ma non Maria, come ho detto e dirò sempre senza stancarmi. Una ragione per cui così poche anime giungono alla pienezza dell'età di Gesù Cristo, è che Maria, che è più che mai la Madre di Gesù Cristo e la Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori. Chi vuole avere il frutto ben maturo e ben formato deve avere l'albero che lo produce; chi vuole avere il frutto di vita, Gesù Cristo, deve avere l'albero della vita, che è Maria. Chi vuole avere in sé l'operazione dello Spirito Santo, deve avere la sua Sposa fedele e indissolubile, la divina Maria, che lo rende fertile e fecondo, come abbiamo detto altrove.

165. Convinciti dunque che più guarderai a Maria nelle tue preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze, se non con uno sguardo distinto e chiaro, almeno con uno sguardo generale e impercettibile, e più perfettamente troverai Gesù Cristo che è sempre con Maria, grande, potente, operante e incomprensibile, e più che in cielo e in qualsiasi altra creatura dell'universo. Così, la divina Maria, tutta perduta in Dio, è ben lontana dal divenire un ostacolo ai perfetti per giungere all'unione con Dio; non c'è mai stata e non ci sarà mai creatura che ci aiuti più efficacemente in questa grande opera, sia per le grazie che ci comunica a questo scopo, nessuno è ricolmo del pensiero di Dio se non per mezzo di lei, dice un santo, sia per le illusioni e gli inganni dello spirito maligno da cui ci difende.

166. Dove c'è Maria, non c'è lo spirito maligno; e uno dei segni più infallibili che si è guidati dallo spirito buono, è essere molto devoti a Maria, pensare spesso a lei e parlarne spesso. È il pensiero di un santo che aggiunge che, come la respirazione è un segno certo che il corpo non è morto, il pensiero frequente e l'invocazione amorosa di Maria è un segno certo che l'anima non è morta per il peccato.

167. Siccome è solo Maria, dice la Chiesa e lo Spirito Santo che la guida, che ha distrutto tutte le eresie: «Tu sola cunctas haereses interemisti in universo mundo»; benché i critici borbottino, mai un fedele devoto di Maria cadrà nell'eresia o nell'illusione almeno formale; potrà errare materialmente, prendere la menzogna per la verità, e lo spirito maligno per il buono, sebbene più difficilmente di un altro; ma conoscerà presto o tardi il suo sbaglio e il suo errore materiale; e quando lo conoscerà, non si ostinerà in alcun modo a credere e a sostenere ciò che aveva creduto vero.

168. Chiunque dunque, senza timore d'illusione, che è comune nelle persone di orazione, vuole avanzare nella via della perfezione e trovare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo, abbracci di gran cuore, «corde magno et animo volenti», questa devozione alla santissima Vergine, che forse non aveva ancora conosciuto. Entri nella via eccellente che gli era sconosciuta e che io gli mostro: «Vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12,31).

È una via tracciata da Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, nostro unico capo, il membro che passa per essa non può ingannarsi. È una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo che la pervade; non ci si stanca né si indietreggia camminando in essa. È una via breve, che in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta, dove non c'è fango, non c'è polvere, né la minima sozzura di peccato. Infine è una via sicura, che ci conduce a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deviare né a destra né a sinistra.

Entriamo dunque in questa via e camminiamo in essa giorno e notte, fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.

Sesto motivo

169. Sesto motivo. Questa pratica di devozione dà una grande libertà interiore, che è la libertà dei figli di Dio, alle persone che la praticano fedelmente. Perché, siccome con questa devozione ci si rende schiavi di Gesù Cristo, consacrandosi interamente a lui come tali, questo buon Padrone, come ricompensa della schiavitù amorosa in cui ci si mette: 1) toglie ogni scrupolo e timore servile dall'anima che è capace solo di restringerla e imprigionarla e confonderla; 2) dilata il cuore con una santa fiducia in Dio, facendolo considerare come proprio padre; 3) le ispira un amore tenero e filiale.

170. Senza fermarmi a provare questa verità con delle ragioni, mi limito a riportare un fatto che ho letto nella Vita della Madre Agnese di Gesù, religiosa domenicana del convento di Langeac, in Alvernia, che morì in odore di santità nello stesso luogo, l'anno 1634. Non avendo che sette anni e soffrendo grandi pene spirituali, sentì una voce che le disse che, se voleva essere liberata da tutte le sue pene e protetta contro tutti i suoi nemici, si doveva fare al più presto schiava di Gesù e della sua santa Madre. Appena tornata a casa si donò interamente a Gesù e alla sua santa Madre come tale, benché non conoscesse questa devozione; e, avendo trovato una catena di ferro, se la cinse ai fianchi e la portò fino alla morte. E dopo quest'azione, tutte le sue pene e i suoi scrupoli cessarono, e si trovò in una grande pace e dilatazione di cuore, ciò che la spinse a insegnare questa devozione a parecchi altri che vi hanno fatto grandi progressi, tra gli altri all'Olier, fondatore del Seminario di San Sulpizio, e a parecchi sacerdoti ed ecclesiastici dello stesso seminario... Un giorno la santa Vergine le apparve e le mise al collo una catena d'oro per testimoniarle la gioia che provava per il fatto che si fosse fatta schiava di suo Figlio e sua; e santa Cecilia, che accompagnava la santa Vergine, le disse: «Beati i fedeli schiavi della Regina del cielo, perché godranno della vera libertà». Tibi servire libertas.

Settimo motivo

171. Settimo motivo. Ciò che può spingerci ancora ad abbracciare questa pratica, sono i grandi beni che ne riceverà il nostro prossimo, perché con questa pratica si esercita verso di lui la carità in modo eminente, poiché gli si dona, per le mani di Maria, tutto ciò che si ha di più caro, che è il valore satisfattorio e impetratorio di tutte le proprie buone opere, senza eccettuare il minimo buon pensiero e la minima sofferenza; si consente che tutto ciò che si è acquistato e si acquisterà, fino alla morte, di soddisfazioni sia utilizzato, secondo la volontà della santa Vergine, per la conversione dei peccatori o per la liberazione delle anime del purgatorio.

Non è questo amare il prossimo perfettamente? Non è questo essere il vero discepolo di Gesù Cristo, che si riconosce dalla carità? Non è questo il mezzo per convertire i peccatori, senza timore della vanità, e per liberare le anime del purgatorio, senza fare quasi nient'altro che ciò che ciascuno è obbligato a fare nel suo stato?

172. Per conoscere l'eccellenza di questo motivo, bisognerebbe conoscere quale bene sia convertire un peccatore o liberare un'anima dal purgatorio: bene infinito, più grande che creare il cielo e la terra, poiché si dona a un'anima il possesso di Dio. Se, con questa pratica, si liberasse anche solo un'anima dal purgatorio in tutta la propria vita, e si convertisse anche solo un peccatore, non sarebbe abbastanza per spingere ogni uomo veramente caritatevole ad abbracciarla?

Ma bisogna notare che le nostre buone opere, passando per le mani di Maria, ricevono un aumento di purezza, e di conseguenza di merito e di valore satisfattorio e impetratorio: perciò divengono molto più capaci di sollevare le anime del purgatorio e di convertire i peccatori che se non passassero per le mani verginali e generose di Maria. Il poco che si dona per mezzo della santa Vergine, senza propria volontà, e con una carità molto disinteressata, in verità diviene molto potente per placare la collera di Dio e per attirare la sua misericordia; e forse si troverà alla morte che una persona molto fedele a questa pratica avrà, con questo mezzo, liberato molte anime dal purgatorio e convertito molti peccatori, benché abbia compiuto solo delle azioni del proprio stato abbastanza ordinarie. Che gioia al giudizio! Che gloria nell'eternità!

Ottavo motivo

173. Ottavo motivo. Infine, ciò che ci spinge più potentemente, in qualche modo, a questa devozione alla santissima Vergine, è che è un mezzo meraviglioso per perseverare nella virtù ed essere fedeli. Perché come mai la maggior parte delle conversioni dei peccatori non sono durature? Come mai si ricade così facilmente nel peccato? Come mai la maggior parte dei giusti, invece di avanzare di virtù in virtù e acquistare nuove grazie, perdono spesso il poco di virtù e di grazie che hanno? Questa disgrazia avviene, come ho mostrato prima, per il fatto che l'uomo, pur essendo così corrotto, così debole e così incostante, si fida di se stesso, si appoggia sulle sue forze e si crede capace di custodire il tesoro delle sue grazie, delle sue virtù e dei suoi meriti.

Con questa devozione, si affida alla santa Vergine, che è fedele, tutto ciò che si possiede; la si prende come depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia. Ci si fida della sua fedeltà, ci si appoggia sulla sua potenza, ci si fonda sulla sua misericordia e sulla sua carità, affinché ella conservi e aumenti le nostre virtù e i nostri meriti, malgrado il diavolo, il mondo e la carne, che fanno i loro sforzi per toglierceli. Le si dice, come un buon figlio a sua madre e un servo fedele alla sua padrona: «Custodisci il deposito» (1 Tm 6,20). Mia buona Madre e Padrona, riconosco che ho ricevuto finora più grazie da Dio per tua intercessione di quanto non meritassi, e che la mia funesta esperienza mi insegna che porto questo tesoro in un vaso fragilissimo e che sono troppo debole e troppo misero per conservarle in me stesso: «Io sono piccolo e disprezzato» (Sal 119,141); per favore, ricevi in deposito tutto ciò che possiedo, e conservamelo con la tua fedeltà e la tua potenza. Se mi custodisci, non perderò nulla; se mi sostieni, non cadrò; se mi proteggi, sono al sicuro dai miei nemici.

174. È ciò che dice san Bernardo in termini chiari, per ispirarci questa pratica: «Se Maria ti sostiene, non cadi; se ti protegge, non temi; se ti conduce, non ti affatichi; se ti è favorevole, arrivi al porto della salvezza». Anche san Bonaventura sembra dire la stessa cosa in termini più chiari: «La santa Vergine, dice, non è solamente trattenuta nella pienezza dei santi; ma ella trattiene e custodisce i santi nella loro pienezza, affinché non diminuisca; impedisce che le loro virtù si dissipino, che i loro meriti periscano, che le loro grazie si perdano, che i demoni nocciano loro; infine, impedisce che Nostro Signore li castighi quando peccano».

175. La santissima Vergine è la Vergine fedele che, con la sua fedeltà a Dio, ripara i danni che ha fatto Eva l'infedele con la sua infedeltà, e che ottiene la fedeltà a Dio e la perseveranza a quelli che si attaccano a lei. Per questo un santo la paragona a un'ancora salda, che li trattiene e impedisce loro di fare naufragio nel mare agitato di questo mondo dove tante persone periscono perché non si attaccano a quest'ancora salda: «Noi leghiamo, dice, le nostre anime alla tua speranza come a un'ancora salda». È a lei che i santi che si sono salvati si sono attaccati maggiormente e hanno attaccato gli altri, per perseverare nella virtù. Beati dunque e mille volte beati i cristiani che, adesso, si attaccano fedelmente e interamente a lei come a un'ancora salda. Le tempeste di questo mondo non li sommergeranno, né gli faranno perdere i loro tesori celesti. Beati quelli che entrano in lei come nell'arca di Noè! Le acque del diluvio di peccati, che annegano tanti, non noceranno loro, perché: «Chi opera in me non peccherà» (Sir 24,21), quelli che sono in me per lavorare alla loro salvezza non peccheranno. Beati i figli infedeli della sventurata Eva che si attaccano alla Madre e Vergine fedele, che rimane sempre fedele e non si smentisce mai, e che ama sempre quelli che la amano: «Io amo coloro che mi amano» (Prv 8,17), non solo con un amore affettivo, ma con un amore effettivo ed efficace, impedendo loro, con una grande abbondanza di grazie, di indietreggiare nella virtù o di cadere lungo la via perdendo la grazia di suo Figlio.

176. Questa buona Madre riceve sempre, per pura carità, tutto ciò che le si dà in deposito; e, quando l'ha ricevuto in qualità di depositaria, è obbligata per giustizia, in virtù del contratto di deposito, a custodircelo; proprio come una persona alla quale avessi affidato mille scudi in deposito sarebbe obbligata a custodirmeli, di modo che se, per sua negligenza, i miei mille scudi andassero perduti, ne sarebbe responsabile per giustizia. Ma no, mai la fedele Maria lascerà perdere per sua negligenza ciò che le si sarà affidato: il cielo e la terra passeranno prima che Maria sia negligente e infedele verso coloro che si fidano di lei.

177. Poveri figli di Maria, la vostra debolezza è estrema, la vostra incostanza è grande, il vostro fondo è molto guasto. Lo confesso, siete tratti dalla stessa massa corrotta dei figli di Adamo ed Eva; ma non scoraggiatevi per questo; consolatevi; rallegratevi: ecco il segreto che vi insegno, segreto sconosciuto a quasi tutti i cristiani, anche ai più devoti.

Non lasciate il vostro oro e il vostro argento nelle vostre casseforti, che sono già state scassinate dallo spirito maligno che vi ha derubato, e che sono troppo piccole, troppo deboli e troppo vecchie per contenere un tesoro così grande e così prezioso. Non mettete l'acqua pura e limpida della fontana nei vostri vasi tutti guastati e contaminati dal peccato; se il peccato non c'è più, il suo odore c'è ancora; l'acqua ne sarà guastata. Non mettete i vostri vini squisiti nelle vostre vecchie botti che sono state riempite di cattivi vini: ne sarebbero guastati e in pericolo di essere sparsi.

178. Sebbene mi capiate, anime predestinate, parlo più apertamente. Non affidate l'oro della vostra carità, l'argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, né i vini dei vostri meriti e delle vostre virtù a un sacco bucato, a una cassaforte vecchia e rotta, a un vaso guasto e corrotto come voi siete; altrimenti sarete saccheggiati dai ladri, cioè dai demoni che cercano e spiano, notte e giorno, il tempo propizio per farlo; altrimenti, guasterete, con il vostro cattivo odore dell'amore di voi stessi, della fiducia in voi stessi e della propria volontà, tutto ciò che Dio vi dona di più puro.

Mettete, versate nel seno e nel cuore di Maria tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù: è un vaso spirituale, un vaso degno di onore, un vaso insigne di devozione. Da quando Dio stesso in persona si è rinchiuso con tutte le sue perfezioni in questo vaso, è divenuto tutto spirituale e la dimora spirituale delle anime più spirituali; è divenuto degno di onore e il trono di onore dei più grandi principi dell'eternità; è divenuto insigne in devozione e il soggiorno dei più illustri in dolcezza, in grazie e in virtù; infine è divenuto ricco come una casa d'oro, forte come una torre di Davide e puro come una torre d'avorio.

179. Oh! quanto è felice un uomo che ha dato tutto a Maria, che si affida e si perde in tutto e per tutto in Maria! Egli è tutto di Maria e Maria è tutta sua. Egli può dire audacemente con Davide: «Maria è fatta per me»; o con il discepolo prediletto: «L'ho presa come ogni mio bene», o con Gesù Cristo: «Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie».

180. Se qualche critico, che leggerà questo, pensa che io parli per esagerazione e per una devozione esagerata, ahimè! non mi capisce, sia perché è un uomo carnale, che non gusta le cose dello spirito, sia perché è del mondo, che non può ricevere lo Spirito Santo, sia perché è orgoglioso e critico, che condanna e disprezza tutto ciò che non capisce. Ma le anime che non sono nate dal sangue, né dalla volontà della carne, né dalla volontà dell'uomo, ma da Dio e da Maria, mi comprendono e mi gustano; ed è anche per loro che scrivo questo.

181. Tuttavia dico per gli uni e per gli altri, riprendendo il discorso interrotto, che la divina Maria, essendo la più onesta e la più generosa di tutte le creature, non si lascia mai vincere in amore e in generosità; e per un uovo, dice un sant'uomo, ella dà un bue (pour un œuf elle donne un bœuf); cioè, per poco che le si dia, ella dà molto di quello che ha ricevuto da Dio; e, di conseguenza, se un'anima si dà a lei senza riserve, ella si dà a quest'anima senza riserve, se si mette tutta la propria fiducia in lei senza presunzione, lavorando da parte propria per acquistare le virtù e per dominare le proprie passioni.

182. I fedeli servi della santa Vergine dicano dunque arditamente con san Giovanni Damasceno: «Confidando in te, o Madre di Dio, sarò salvo; protetto da te, non temerò nulla; con il tuo aiuto, combatterò e metterò in fuga i miei nemici: perché essere tuoi devoti è un'arma di salvezza che Dio dà a coloro che vuol salvare».