ROSARIO E MADONNA

(Dal libro: Padre Pio. Sulla soglia del Paradiso)

L'arma della salvezza

«Giornalmente non meno di cinque Rosari per intiero», è l'impegno che leggiamo nel Diario scritto da Padre Pio nel 1929. Ma in realtà furono davvero rare le giornate nelle quali il cappuccino si limitò a tale numero. Padre Mariano Paladino una volta gli chiese quanti Rosari dicesse: «Quasi trenta, qualcuno in più, e non in meno». «Come fate?», si stupì il confratello. E Padre Pio candidamente rispose: «E la notte che ci sta a fare?». In un'altra circostanza il Padre soggiunse: «Io riesco a fare tre cose contemporaneamente: pregare, confessare e andare in giro per il mondo».

Uno dei suoi assistenti personali, padre Marcellino Iasenzaniro, ha testimoniato che al mattino occorreva lavargli le mani una per volta, perché Padre Pio non voleva posare mai la corona, che amava definire «l'arma della difesa e della salvezza, donata dalla Madonna per usarla contro le astuzie del nemico infernale». E spiegava a quanti gli stavano accanto: «Se l'Immacolata a Lourdes e ancora più il Cuore Immacolato a Fatima hanno raccomandato con insistenza la preghiera del Rosario, non significa forse che questa preghiera ha un valore eccezionale per noi e per i nostri tempi?».

Un giorno il confratello padre Alessio Parente gli chiese perché recitasse sempre il Rosario e non altre preghiere, e la sua risposta fu: «Perché la Madonna non mi ha mai rifiutato una grazia attraverso la recita del Rosario». Per se stesso, come rivelò a padre Pellegrino Funicelli, aveva una precisa richiesta: «Figlio mio, io ho un brutto temperamento. Spesso, quando non condivido le disposizioni del Superiore, glielo dico chiaro e tondo, anche se poi rispetto scrupolosamente le sue disposizioni. Chiedo ogni giorno alla Madonna la grazia di avere un po' della sua dolcezza e tenerezza nell'obbedire al Superiore e alla Chiesa. Ne chiedo poi una seconda: quella cioè di non avere occhi se non per vedere Gesù e la sua Chiesa su questa terra».

La potenza di questa preghiera era personalmente sperimentata dal cappuccino, che fra l'altro, come ha riportato don Nello Castello, insegnava a valorizzare le corone del Rosario indulgenziate di monsignor Cuccarollo (al quale Pio X, nominandolo vescovo, aveva concesso le indulgenze di cui disponeva, togliendosi di mano l'anello papale e ponendoglielo al dito amichevolmente). Diceva Padre Pio: «Con questa corona svuotiamo un angolo del Purgatorio».

Ogni sera, soprattutto negli ultimi anni della vita, Padre Pio desiderava che nella sua camera il Superiore o un altro dei confratelli cominciasse l'Ave Maria, che lui e i presenti poi terminavano di recitare, concludendo con l'invocazione «Mater divinae gratiae, ora pro nobis». Padre Carmelo da San Giovanni in Galdo ha dipinto poeticamente la scena come «la chiusura della sua laboriosa giornata e l'invocazione di aiuto per la notte che avanzava: egli fissava la grande immagine della Madonna, che pendeva dal muro ai piedi del suo letto, proprio come un bambino che aspetta il bacio e il saluto della mamma».

Il suo sentimento filiale verso Maria aveva un'intensità straordinaria, anche se per umiltà Padre Pio non considerava mai sufficienti le proprie manifestazioni d'affetto. Durante una confessione, suor Maria Francesca Consolata si confidò: «Padre, ho tanta amarezza nell'anima, perché non so amare la Madonna come l'amate voi». E lui, con un sospiro, rispose visibilmente commosso: «Figlia mia, anch'io soffro perché vorrei amarla tanto... e non so amarla. Preghiamo insieme, per ottenere una sì grande grazia».

Il 14 agosto 1958, alla vigilia della festa dell'Assunta, il padre Guardiano del convento gli chiese un pensierino spirituale. Padre Pio abbassò il capo, incominciò a singhiozzare e, a tratti, prese a dire: «La Madonna...». Il singhiozzo diventò pianto; poi con sforzo riprese: «La Madonna...». Forti tremiti lo fecero sussultare in tutto il corpo. «La Madonna», ripeté per la terza volta, «è la Mamma nostra!». Poi un pianto dirotto e irrefrenabile scosse il Padre il quale, a stento, riuscì a prendere il fazzoletto per asciugarsi le lacrime che, ormai, gli avevano bagnato tutto il viso. Non ebbe nemmeno il tempo e la forza di asciugarsi, tanto le lacrime erano incalzanti e continue. Allora abbandonò le mani sulle ginocchia e, piangendo, continuò a gridare: «La Madonna è la Mamma nostra, la Madonna è la Mamma nostra».

Padre Eusebio Notte ha raccontato invece della sera in cui una folla di gente, terminata la recita del Rosario, intonò in onore della Madonna la canzoncina «Dell'aurora tu sorgi più bella». Mentre cantavano il ritornello «Bella tu sei qual sole, bianca come la luna», Padre Pio ebbe uno scatto improvviso: «Eh, se fosse così rinunzierei ad andare in Paradiso!». Padre Eusebio, meravigliato di questa affermazione che gli sembrava esagerata, obiettò: «Padre, e che c'è di più bello del sole e della luna?». Ed egli, quasi commiserandolo: «Eh... hai voglia tu!». E il confratello, di rincalzo: «Ma allora, lei l'ha vista la Madonna?». La sua risposta fu il silenzio, accompagnato da un sorriso più eloquente di qualsiasi discorso.

Un figlio con due mamme

Per Padre Pio la visione di Maria non era infatti una pura esperienza mistica, bensì una concreta presenza. Lo rivelò a padre Tarcisio Zullo, il quale, un giorno del mese di maggio, vedendo una statuetta fosforescente sul comodino vicino al letto del Padre, gli aveva chiesto: «Padre Spirituale, mi dica la verità: c'è la Madonna in questo momento nella sua stanza?». Egli, dopo essersi concentrato un momento, rispose: «La domanda avresti dovuto farmela in altra forma, e cioè se la Madonna se ne è andata mai dalla mia stanza!».

Le testimonianze a tale riguardo sono numerose, da parte dei più intimi del cappuccino. Il dottor Carlo Kisvarday raccontava per esempio che una sera, mentre stava da solo in cella con Padre Pio, andò improvvisamente via la luce ed egli propose di recarsi a prendere una candela. Ma Padre Pio lo fermò: «Dove vai? Non c'è bisogno della candela, c'è tanta luce nella cella... Non vedi lì la Madonna, seduta a quella sedia, che ci fa tanta luce?». E il dottore concludeva: «Io mi feci piccolo piccolo, ma la Madonna non la vidi... Vedevo soltanto buio».

A don Nello Castello accadde molte volte di fermarsi nel coro della chiesa piccola mentre Padre Pio era in preghiera nel suo consueto posto a destra del crocifisso. In una particolare circostanza gli venne da chiedersi se, essendo Padre Pio con-crocifisso con Cristo, avesse spesso la Madonna Addolorata al suo fianco: «Quando Padre Pio si alza dopo il Rosario, mentre il popolo recita le litanie, io lo seguo. Siamo noi due soli, braccio a braccio. Prendo coraggio e gli pongo la domanda. Mi risponde: "Questo tu lo dovresti sapere già"».

La Madonna «è la scorciatoia per arrivare a Dio», disse Padre Pio a un figlio spirituale. Ma per lui rappresentava realmente una seconda, o forse la prima, mamma. L'amore che provava lo riversava in particolare nella devozione verso il quadro dell'altare maggiore della chiesetta antica, raffigurante la Madonna delle Grazie con Gesù Bambino in braccio. Quando, per le consuete feste annuali, la venerata immagine veniva portata in processione, Padre Pio non sapeva rassegnarsi a vedere l'altare spoglio: diceva che la chiesa gli sembrava vuota e provava quasi la sensazione di essere orfano.

Una domenica pomeriggio del settembre 1965, dopo la benedizione eucaristica, tutti i fedeli rimasero in chiesa, in attesa del ritorno del quadro dal paese. Anche Padre Pio era rimasto al suo posto, intento a pregare. A un tratto don Pierino Galeone lo vide scattare in piedi e appoggiarsi alla ringhiera gridando. Ricorda: «Pensavo che sgridasse qualcuno, per cui ebbi timore di avvicinarmi a lui. Ma, appena fissai bene il suo viso, mi accorsi che piangeva, come un bambino rimasto solo a casa quando rivede la mamma che torna, e gridava forte: "Mammina mia, Mammina mia!". Rimasi meravigliato nel vedere insieme Padre Pio grande come padre vicino a noi e piccolo come un figlio ai piedi della celeste Mammina».

Come un qualsiasi bravo figliuolo che ogni tanto desidera riabbracciare la madre, Padre Pio talvolta si recava in bilocazione a Lourdes, come documentano numerose testimonianze di confratelli. In realtà, a padre Rosario da Aliminusa raccontò che da giovane aveva desiderato di andare anche fisicamente a Lourdes, ma poi gliene era passata la voglia perché, avendo descritto a uno che vi era stato quanto aveva visto in sogno, l'altro lo aveva rassicurato che Lourdes era proprio come lui glielo descriveva. Dopo un certo tempo, padre Rosario ricordò a Padre Pio che egli, dormendo, aveva sognato Lourdes: «Ma no che non dormivo, ero sveglio», rispose lui.

Una sera del mese di luglio 1968, in procinto di partire per un pellegrinaggio a Lourdes, padre Onorato Marcucci gli chiese la sua benedizione e, quasi celiando, gli disse: «Vuol venire a visitare la Madonna insieme a me? Ormai è vecchio e non è andato da alcuna parte». «Ci sono stato tante volte...», rispose. Ribatté padre Onorato: «Ma che dice? Lei non è mai uscito dal convento. Ora mi sta dicendo bugie». E Padre Pio: «No, no. A Lourdes non si va solo col treno o con l'automobile: si va pure in altri modi!».

Padre Pio aveva confidato a varie persone, fra cui padre Gabriele Amorth, «quando mi presenterò davanti al Signore, spero di essere accompagnato da due mamme: Maria santissima e la mia mamma». Guardando di fronte a sé il quadro con la foto di sua madre, disse al frate che l'assisteva, poche ore prima di morire: «Vedo due mamme». E, all'obiezione del confratello che quella era soltanto la fotografia di sua madre, insisté: «Ci vedo benissimo: vedo due mamme!».